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Replying to Gli anni dell'amore capitolo 4
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ShannonanimalletoPosted: 6/9/2012, 19:47
Pov Louis

Le calde giornate estive erano ormai solo un tiepido ricordo che si rifletteva ancora con un pò di prepotenza nella pelle lattea di Louis, ormai rassegnato al suo destino. Non era mai stato un combattente, non avrebbe mai potuto far valere le proprie idee e le proprie esigenze rispetto a quelle del padre e così l'unica cosa che gli era davvero rimasta era la nostalgia, se la si poteva davvero chiamare così, nei confronti di un futuro che non avrebbe mai avuto, ma che nel suo cuore si faceva largo a prepotenza demolendo mattone dopo mattone una vita già segnata. Aveva dovuto accettare quel fidanzamento forzato nonostante il suo ardore giovanile lo incitasse alla ribellione. Ma cosa avrebbe fatto dopo? Dopo la ribellione? Chi lo avrebbe accolto dopo? Alexander non gli avrebbe di certo voltato le spalle di questo ne era più che sicuro, << Lu qualsiasi sia la tua decisione io ti appoggio. Potremmo imbarcarci, girare il mondo, fare quello che vogliamo quando lo vogliamo. Una nuova vita lontano da tutto e tutti >> Ma quelle erano solo parole, dette solo per sollevargli il morale. La realtà, quella vera, era che avevano delle responsabilità nei confronti delle loro famiglie e quelle parole che risuonavano ancora nella sua testa erano solo quello, parole. " Ricordatevi signori << Scripta manent, verba volant >> " Il suo professore di lettere aveva ragione, le parole non sono altro che ombre fugaci della nostra vita, non hanno valore a meno che non siano scritte e il contratto che aveva firmato invece lo incatenava per sempre ad una donna che non amava e che mai avrebbe amato. Anne poteva essere anche una visione angelica, da togliere il fiato a qualsiasi uomo avesse posato gli occhi su di lei, ma non era altro che questo, un guscio vuoto privo di qualsiasi valore intellettuale. << Già me lo immagino Xander a stare per tutta la vita con lei, sarà solo un "preferisci il verde o il rosso corallo per i divani?" >> avevano riso a quella sua battuta, lui e il cugino. Avevano riso fino a farsi scoppiare i polmoni, fino a diventare cianotici, e dopo non era rimasto altro che quello, la consapevolezza del futuro, chiara e limpida come non lo sarebbe più stata.
Solo un lieve bussare alla porta impedì al giovane di scavare ancora più a fondo nei meandri dei propri pensieri e di perdersi oltre in un luogo remoto in cui il suo amor proprio e la sua coscienza sferzavano corpi al suo animo già in pena.

<< Avanti >> Delia entrò nello studio del marito a passo leggero, bellissima in un nuovo vestito turchese, fatto confezionare dalla miglior sarta parigina appositamente per la serata di gala organizzata dal marito e dal duca di Norfolk. << Tesoro molti degli invitati sono già arrivati e ormai la tua presenza è diventata necessaria >> l'uomo annuì leggermente, si alzò dalla sedia e si avvicinò alla moglie, la sfiorò cauto, quasi temesse di romperla come da bambino aveva fatto con una statuetta di dresda << Arrivo subito, te lo prometto >>. La moglie sorrise, gli posò un bacio a fior di labbra e infine si allontanò di nuovo verso l'enorme salone addobbato a festa per l'occasione, stava per richiudersi la porta alle spalle quando la voce del marito la bloccò sulla soglia << Stiamo facendo la cosa giusta non è vero? >> ma Delia non annuì, si limitò soltanto a guardarlo prima di sparire con un lieve fruscio del vestito. L'uomo si appoggiò stanco alla scrivania, unico porto davvero sicuro della sua vita, bevve l'ultimo sorso di brandy che era rimasto e infine si presentò anche lui al gala che ormai da ore si stava consumando nella sua dimora estiva.

Alexander si avvicinò con passo felpato in direzione del cugino, ormai allo stremo delle forze dopo aver ballato per una buona mezz'ora con la sua amica di infanzia Clara Duval. Louis era stato invece circondato da alcune prozie paterne, che lo vedavano ancora come un bimbo in fasce e che per sua immensa gioia non facevano altro che strattonarlo da parte a parte di quella cerchia in cui lo avevano rinchiuso pizzicandogli a turno prima una e poi l'altra guancia, solo la vista del cugino riuscì a risollevargli il morale. Xander si palesò alle spalle delle anziane donne all'improvviso facendole sussultare per lo spavento e meritandosi una più che giusta occhiata malevola da due o tre di loro. << Signore vogliate scusarmi ma purtroppo ho il compito di scortare mio cugino nel giardino >> e senza aspettare risposta alcuna se lo trascinò dietro quasi correndo. Solo quando riuscirono ad arrivare al roseto ormai in carenza di ossigeno e piegati con le mani sulle ginocchia riuscirono a guardarsi negli occhi e a ridere a crepapelle. << Oh Louis dovresti guardarti hai tutte le gote rosse ahahahahahahah secondo me le tue prozie ti hanno scambiato per una bambola >> Louis lo spinse indietro con una mano, ma il cugino lo afferrò mentre cadeva ed entrambi si ritrovarono a terra a pancia in su. << Senti chi parla, quando ti ho visto arrivare ho creduto che stessi correndo i 100 metri >> Alexander gli fece l'occhiolino << Ma almeno mi sono evitato un altro ballo con Clara >>. Rimasero così per un pò in silenzio, spalla contro spalla ad ammirare il cielo e le stelle mentre una fresca brezza autunnale li avvolgeva nel suo abbraccio mentre qualche grillo coraggioso gracidava ancora in quella notte piena di stelle. << Xander >> Louis si voltò a guardarlo aspettando che il cugino lo guardasse e solo un suo cenno lo fece continuare << Ti imbarcheresti davvero su un peschereccio? Lo faresti davvero? Vivere alla giornata, senza una meta certa e uno scopo nella vita? >> Alexander lo guardò un momento << Se davvero ne sentirai il bisogno, se davvero un giorno sentirai di morire ora dopo ora in una vita che non senti tua stai pur certo che ci imbarcheremo, è una promessa >> si stavano abbracciando a suggellare quel patto che solo loro conoscevano quando un maggiordomo impettito li richiamò alla realtà. << Signorino sua madre e suo padre vogliono che li raggiunga nel salone >> Louis annuì e dopo essersi rialzato e aggiustato il vestito rientrò nella sala seguito dal cugino.

Quando lo vide entrare dall'immensa porta finestra che dava sul giardino Delia andò incontro al figlio abbracciandolo premurosa << Oh Louis ma guardati sei tutto in disordine, ma ora non hai tempo di cambiarti, vieni tuo padre e il duca hanno un annuncio da fare >>. Louis deglutì a fatica cercando un'ultima volta con gli occhi il cugino che non potè far altro che sorridergli fiducioso. Si sentiva stretto in catene d'oro che passo dopo passo lo accompagnavano al patibolo, e mentre lui e la madre si facevano largo nella sala tutti gli occhi degli invitati erano fissi su di lui e sulla giovane donna che alla fine del percorso lo aspettava entusiasta in mezzo ai loro padri. Gli invitati potevano già intuire cosa sarebbe successo di lì a poco, ma l'unica cosa per cui invece Louis pregava era che gli si palesasse una via di fuga. Ripensò alla promessa di poco prima e gli sembrò solo quello una promessa affidata al vento. Delia si sistemò al fianco del marito mentre Louis invece, come concordato si affiancava a Anne. Frank attirò l'attenzione con un lieve colpo di tosse << Grazie a tutti per aver presenziato oggi al 20° genetliaco di mio figlio Louis e oggi proprio in questo giorno così speciale ho l'onore di annunciarvi il fidanzamento ufficiale di mio figlio con la figlia del duca di Norfolk >> un brusio di voci si trasformò piano piano in un applauso composto coronato da qualche sporadico << Viva gli sposi >>. Quelle tre lettere erano nuove per lui, assurde. Gli sposi. Ma in fondo dopo un fidanzamento c'è sempre un matrimonio e mai come allora si rese conto di quanto la sua esistenza fosse già segnata. Louis cercò con gli occhi il cugino mentre infinite mani gli si palesavano davanti per complimentarsi mentre la sua futura sposa gli teneva il braccio felice. Erano davvero parole vuote, era davvero una promessa fatta al vento. " Ricordatevi signori << Scripta manent, verba volant >> ".