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| Ho sempre odiato l'estate, il caldo, il sole e la gente che ti si struscia a dosso sul bus tutta sudata. Eppure questo non mi ha impedito di comprare il biglietto per il loro concerto, non mi ha impedito di salire su un treno affollato, e non mi ha nemmeno impedito di fare un'estenuante fila sotto il sole cocente. Mi sento un pò spaesata e vorrei trovare qualcuno con cui parlare e scherzare nell'attesa che il concerto inizi, qualcuno che possibilmente parli la mia lingua, ma sembrano tutti così scontrosi, poco aperti alle nuove conoscenze. Ho voglia di fumare, possibilmente qualcosa di forte che mi allegerisca la testa. Mi sposto in un angolo appartato sto per accendere il mio spinello quando qualcuno alle mie spalle non mi fà trasalire dalla paura iniziando a gesticolare e a parlare in modo concitato. << Non capisco >> provo a spiegargli, ma sembra non capire. Odio non saper parlare in altre lingue. L'agente di sicurezza mi afferrà per il braccio e tenta di trascinarmi via, cerco, almeno provo, a divincolarmi, a spiegargli che è solo un errore, che non volevo fare nulla di male, ma lui imperterrito continua ad urlarmi contro e a trascinarmi sempre più lontano, lontano da quel palco che mi ero conquistata a fatica, lontano da quel sogno che andava ad infrangersi sulle mie lacrime. Mi sono quasi arresa al fatto di non rivederli quando l'agente della sicurezza si ferma di botto e quasi io non gli sbatto contro, qualcuno deve averlo intercettato, forse potrei anche fuggire, ma fuggire dove? Mi troverebbero prima che possa dire la parola echelon. Qualcuno si avvicina, è un uomo sulla quarantina, alto, magro, capelli scuri e occhi nocciola, ha un sorriso gentile, forse può aiutarmi. I due uomini iniziano a parlare tra di loro, così velocemente che capisco meno di nulla, così mi stampo in viso un sorriso da ebete e inizio a sperare che possa aiutarmi. Mi indicano, certamente parlano di me, ma non capisco. Finalmente l'uomo dal sorriso gentile si rivolge a me, in un inglese perfetto, << E' vietato fumare qui, soprattutto gli spinelli. Se lo lasci all'agente, io farò in modo che ti liberi così potrai assistere al concerto >> intuisco più o meno quello che mi sta dicendo, sorrido, e tento di rispondere << Grazie molte, mi ha salvata >> ma dalla faccia che ha fatto forse ho sbagliato qualcosa. Prendo dalla tasca dei pantaloni lo spinello, dannato Bonzo non devo più dargli retta, e lo lascio cadere nell'enorme mano dell'agente che subito molla la presa sul mio braccio e dopo aver scambiato qualche battuta con l'ultimo arrivato, va via. L'uomo mi si avvicina cordiale << Di dove sei? >> mi chiede, questo l'ho capito davvero << Italia, Milano >> quasi trasale, forse non si aspettava che arrivassi fino a lì pur di vederli. << Hai fatto un lungo viaggio allora >> e annuisco imbarazzata, << Sei molto bella, quasi tutte le italiane lo sono. Avrei una proposta da farti >> ... Read the whole post... |
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